CAPITOLO VII
Pullula ed ossessa memoria ripercorre con maschile giogionesco sapere, come se fosse la forma del corpo con gambe affusolate a spartire l’universo, forma diversa o simile, momento pomeridiano al cimitero, tomba alcova tessile, mobile e flessuosa, semi-pane ad occhi-frutta, tenero ingresso sui lastroni/marmo-violaceo, sporchi d’erba e terra, ascoltando grilli qua e là, tenera s’apre ed ascolto, meridiano x e parallelo y, dove gioia sottrae energia, dove energia sottrae materia, dove materia s’intimidisce in malattia e s’estingue e lì cadaverica serina perniciosetta fessura oscura implode in occlusione storico-extra, chi era e che sei, cosciona lunga, malinconia, anno tempo fisso, pere sull’albero all’orizzonte piccolo, ti stringi al ventre (cattivo un assolato corpo) che eccoti ossuta cadaverina sul lastrone violaceo, occhi-frutta e semi-pagnottine, che gioisci e d’estremo faraglione fai inguine bosco campo arato, a sera l’atmosfera nelle foto in bianco e nero s’appesantivano filtrate dal vetro colorato, movimento dei fiori e delle lampade votive, disordine di fiori secchi a terra e su occhi tuoi sapori d’altro, che non erano vicende o storie, e s’essiccavano nel richiamo poliedrico, dal parallelo y al meridiano x a nuovo Atlante (distinto per gradi e gerarchie). A sera t’attendo, violino lento su aria sacra, percorre nota su nota e ritorna, percorre nota tenera e nota forte, s’interrompe, langue, scolora, si accalora nei movimenti, sfreccia la moto ai lati sul costone della via, sfreccia nuvola e sole, cala il buio, tenero priapo convoca muri di cinta, croci, portoncini di cappellette, via via al compito chiamati, raduno di stelle e di punti, raduno di sentite cose, raduno d’essenze, aride perlinate ed umidicce di sapori profumati, mai come allora domi, come allora tesi, come allora d’imeneo tratti sui costoni della via sulle sue pelose insenature, tratte a vista e perniciosamente in movimenti bruschi denotanti assiomi, desideri, e residui sulle pareti come gallerie muschiose mentre suona la campana del cimitero e nicchia il suo pensiero e s’apre l’ansia all’umida delimitata giallo-corallina essenza di lui che scorre, pioggia di prima sera mentre i significati scattano come gettoniere segnalando movimenti A/B cavo/pieno passivo/attivo senso/controsenso delimitazione/errore etc…., appunto l’inutile vogliosa spiritosa incurante appetitosa sexy/curiosa, a chiedersi ancora perché, lì dinanzi ad una finestra accielata, blu-cielo oltre il vetro, sistematicamente essenziale, capelli, camicie, colori, sabbia…